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Aglio: Il Segreto Naturale per una Pelle Sana e Luminosa
Aglio: Il Segreto Naturale per una Pelle Sana e Luminosa

La pelle del nostro viso è quotidianamente esposta a numerosi fattori esterni che possono comprometterne la salute e l'aspetto.

Vento, sole, inquinamento e una cattiva alimentazione sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono alla comparsa di impurità, secchezza o eccesso di sebo.

La natura ci offre rimedi efficaci per la cura della pelle, come l'aglio. Questo ingrediente, noto principalmente per il suo utilizzo in cucina, possiede straordinarie proprietà benefiche. Ricco di vitamine e minerali, l'aglio crea una barriera protettiva contro gli agenti atmosferici, contrastando l'invecchiamento cutaneo grazie alla sua elevata concentrazione di antiossidanti. Inoltre, idrata e nutre la pelle, migliorandone la luminosità e la compattezza.

 

Il principio attivo principale dell'aglio è l'allicina, un potente antibatterico e antimicotico naturale che aiuta a purificare il sangue e a liberare i pori ostruiti. Questa caratteristica lo rende un ottimo alleato contro le imperfezioni della pelle, come acne e brufoli. In più possiede anche proprietà schiarenti ed esfolianti, contribuendo a uniformare l'incarnato e a rimuovere le cellule morte.

 

 

Rimedio naturale a base di aglio

Oggi vi proponiamo un rimedio domestico semplice ed efficace per purificare la pelle del viso con l'aglio. Sebbene l'odore possa risultare intenso, i benefici saranno visibili già dopo poche applicazioni.

 

 

Preparazione

 

1. Detergere accuratamente il viso con acqua tiepida per eliminare le impurità e favorire l'apertura dei pori.

2. Prendere uno spicchio d'aglio, pelarlo e decidere se passarlo direttamente sulla pelle (crudo) o ridurlo in poltiglia prima di applicarlo sulla zona interessata, insistendo su brufoli e imperfezioni.

3. Dopo qualche minuto, risciacquare il viso con acqua tiepida e succo di limone per eliminare eventuali residui e neutralizzare l'odore.

4. Per ottenere risultati ottimali, ripetere la procedura 4-5 volte al giorno, a intervalli di circa un'ora.

 

 

 

Maschera viso all’aglio

Se desiderate un trattamento più completo, potete realizzare una maschera viso all’aglio, ideale per riequilibrare la pelle e contrastare le impurità.

Ingredienti

 

    • 3 spicchi d’aglio
    • 2 cucchiai di argilla bianca (purificante e assorbente)
    • 3 cucchiai di miele (idratante e antibatterico)
    • Acqua di rose q.b. (lenitiva e rinfrescante)

 

Preparazione e applicazione

 

1. Pelare e tritare finemente gli spicchi d’aglio.

2. Mescolare l’aglio tritato con l’argilla bianca, il miele e aggiungere acqua di rose fino a ottenere una crema morbida e omogenea.

3. Applicare uno strato uniforme su tutto il viso e lasciare in posa per circa 20 minuti.

4. Risciacquare abbondantemente con acqua fredda.

5. Per ottenere i migliori risultati, si consiglia di applicare la maschera almeno 3 volte alla settimana.

 

Seguendo questa routine di bellezza naturale, la pelle del viso apparirà meno lucida, più purificata e idratata. Chi ha una pelle grassa noterà una riduzione dell’effetto oleoso, mentre chi soffre di pelle secca beneficerà di un’idratazione più profonda e meno arrossamenti.

 

 

L’aglio, con le sue straordinarie proprietà, si conferma un rimedio naturale prezioso per la salute e la bellezza della nostra pelle.

Il Perfetto Brodo di Carne
Il Perfetto Brodo di Carne

Un errore comune è pensare che le preparazioni di base siano le più facili: al contrario, sono proprio quelle che richiedono più attenzione e cura nei dettagli.

 

Un brodo insipido o torbido può compromettere il risultato finale di molti piatti, mentre un brodo ben fatto diventa una base straordinaria per risotti, zuppe e minestre.

Oggi vi sveliamo i segreti per ottenere un brodo perfetto: liquido e saporito, profumato e limpido. Non basta semplicemente immergere gli ingredienti in acqua e farli bollire, bisogna rispettare precisi tempi di cottura, dosare con attenzione il sale e scegliere con cura tra acqua calda o fredda.

 

 

Ecco 10 consigli indispensabili per preparare un brodo eccezionale.

 

 

1. Acqua fredda e fuoco basso

Come affermava Pellegrino Artusi oltre un secolo fa: “Per ottenere il brodo buono bisogna mettere la carne in acqua diaccia e far bollire la pentola adagino adagino”. La carne va immersa in acqua fredda e portata lentamente a ebollizione con fuoco basso. Questo procedimento permette di estrarre gradualmente il sapore e i nutrienti.

  

2. Carne prima, verdure poi

La carne va aggiunta per prima nell’acqua fredda. Le verdure, invece, si uniscono solo dopo il raggiungimento del bollore, per evitare che cuociano troppo a lungo e perdano le loro proprietà nutritive.

  

3. Quali verdure scegliere?

Se desiderate un brodo versatile e adatto a diverse preparazioni, la scelta migliore è puntare su un mix classico: carote, sedano e cipolla tagliati a pezzi grossi. Se volete un sapore più ricco, potete aggiungere un pomodoro maturo.

  

4. Erbe, ma con moderazione

L’aggiunta di erbe aromatiche dona al brodo una fragranza speciale. Usate alloro e prezzemolo e, se vi piacciono, aggiungete qualche chiodo di garofano infilzato nella cipolla per evitare che si disperda. Tuttavia, non esagerate: potete sempre intensificare il sapore in un secondo momento.

  

5. La scelta della Carne

Per un brodo ricco e bilanciato, utilizzate diverse varietà di carne: ali e cosce di pollo, mezzo cappone o mezza gallina e manzo. Per quest’ultimo, scegliete un mix tra tagli come sottospalla, muscolo, doppione, noce, brione, cappello del prete, girello di spalla o punta di petto.

  

6. L’importanza delle Ossa

Le ossa, soprattutto quelle di manzo e vitello, sono fondamentali per un brodo più saporito e ricco di collagene. Potete trovarle facilmente dal macellaio a prezzi contenuti.

  

7. Lunga cottura a fuoco dolce

Il segreto di un buon brodo sta nella pazienza: la cottura deve durare almeno 2-3 ore a fuoco basso. Questo permette agli ingredienti di rilasciare tutto il loro sapore senza rendere il brodo torbido.

  

8. Salatura a fine cottura

Durante la lunga cottura, l’acqua evapora e i sapori si concentrano. Se si sala il brodo all’inizio, si rischia di ottenere un gusto troppo marcato. Il consiglio è di aggiungere il sale solo alla fine, quando il liquido si è ristretto e si può valutare meglio la sapidità.

  

9. Schiumare con attenzione

Durante la cottura si forma una schiuma in superficie, composta da impurità della carne. Rimuovetela con una schiumarola, ma senza eliminare il grasso, che dona gusto e consistenza al brodo.

  

10. Filtraggio

Una volta terminata la cottura, rimuovete carne e verdure e filtrate il brodo attraverso un colino a maglie fini. In questo modo eliminerete eventuali residui e impurità, ottenendo un brodo chiaro e limpido, pronto per essere utilizzato nelle vostre preparazioni.

 

 

 

Con questi accorgimenti, il vostro brodo di carne sarà perfetto per esaltare ogni piatto. Mettiamoci il grembiule e iniziamo!

Conservare le Patate: Tutto Quello che Devi Sapere
Conservare le Patate: Tutto Quello che Devi Sapere

L’articolo di oggi è dedicato alle patate e a come conservarle correttamente per evitare la formazione di germogli e ridurre gli sprechi.

 

Le patate sono tra gli ortaggi più amati e versatili in cucina, sempre presenti nelle nostre dispense. Tuttavia, capita spesso che sviluppino germogli, anneriscano o marciscano velocemente. Per evitare di doverle buttare, è importante seguire alcuni accorgimenti.

  

 

La scelta

Quando acquistate le patate, preferite quelle prive di tagli, ammaccature o lesioni. Una volta a casa, conservatele in un sacchetto di carta, in un contenitore traspirante o nella rete della confezione originale.

  

 

Dove e come conservarle

Per prevenire la formazione di muffe e germogli, è fondamentale scegliere un luogo di conservazione adeguato. Meglio un ambiente buio, fresco e ben areato: l’esposizione alla luce favorisce lo sviluppo di macchie verdi e di solanina, una tossina naturale che, se presente in grandi quantità, può renderle non commestibili. Se notate piccole chiazze verdi, rimuovetele prima della cottura.

  

La temperatura ideale per la conservazione si aggira tra i 4 e gli 8°C. Non conservatele mai in frigorifero: il freddo trasforma gli amidi in zuccheri, alterandone il sapore e il colore. Anche il congelamento a crudo è sconsigliato, poiché rende le patate immangiabili.

 

Anche il caldo può compromettere la qualità delle patate: temperature superiori ai 10°C possono accelerare la formazione dei germogli. L’umidità gioca un ruolo chiave: dovrebbe mantenersi tra il 70 e l’80%. Un ambiente troppo secco le disidrata e le fa raggrinzire, mentre un’umidità eccessiva favorisce la formazione di muffe. Inoltre, è importante non lavarle prima della conservazione, poiché l’umidità residua potrebbe favorire il deterioramento.

La cantina è il luogo ideale per conservarle, così come una dispensa che venga aperta di rado e sia lontana da fonti di luce, calore e umidità.

  

 

Si possono mangiare le patate germogliate?

Dipende. Se i germogli sono piccoli e la consistenza della patata è ancora soda, potete semplicemente rimuoverli e consumarla nel minor tempo possibile. Se invece le patate presentano germogli lunghi e numerosi, e appaiono rugose e molli, è meglio non mangiarle. Per evitare che ciò accada, controllatele periodicamente ed eliminate i germogli non appena compaiono.

 

 

Seguendo questi semplici consigli, potrete conservare le vostre patate al meglio, evitando sprechi e garantendo sempre ingredienti di qualità per le vostre ricette.

Feste di Non Compleanno
Feste di Non Compleanno

Il "non compleanno" ("unbirthday" in inglese) è un'espressione scherzosa che indica qualsiasi giorno dell'anno, ad eccezione di quello in cui si compie gli anni.

 

Il termine, reso celebre dal mondo della letteratura e dell'animazione, compare nell'opera di Lewis Carroll "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" (1871). In realtà, nel romanzo il concetto viene accennato da Humpty Dumpty, che spiega ad Alice come sia possibile ricevere doni "ingenetliaci" per 364 giorni all'anno, a differenza di quelli "genetliaci", ricevibili solo nel giorno del proprio compleanno.

 

Tuttavia, il concetto di "non compleanno" è stato reso popolare soprattutto dal film d'animazione Disney "Alice nel Paese delle Meraviglie" (1951). In una delle scene più iconiche, Alice si ritrova a un bizzarro tè in compagnia della Lepre Marzolina, del Cappellaio Matto e di un Ghiro. Durante il dialogo, i personaggi introducono la festosa idea del "non compleanno":

 

  • "Tanti auguri per il tuo non compleanno! Vuoi del tè?"
  • "Cos’è un non compleanno?"
  • "Una festa che puoi celebrare 364 giorni all’anno!"
  • "Questi sono matti", pensò Alice, mentre il Cappellaio le versava del tè... che non esisteva.

 

 

Negli ultimi anni, il concetto di "non compleanno" ha assunto una nuova rilevanza.

Dopo la pandemia di COVID-19 del 2020, molte persone che avevano dovuto festeggiare il proprio compleanno a distanza – magari con una torta virtuale e un coro di "Happy Birthday" su Zoom – hanno scelto di recuperare la celebrazione in un secondo momento.

Durante la fase di riapertura, in particolare tra maggio e luglio, si è diffuso un vero e proprio trend internazionale: la celebrazione dei compleanni posticipati. Oltre ai compleanni, anche lauree, anniversari e altre ricorrenze rimandate a causa del lockdown sono state recuperate, trasformando i mesi primaverili ed estivi in un lungo periodo di festeggiamenti.

 

A conferma di questa tendenza, una rinomata pasticceria di Milano ha persino lanciato una speciale torta di "Non Compleanno", riscuotendo grande successo tra i clienti.

 

 

E quindi, oggi, non ci resta che augurare... un Buon Non Compleanno a tutti!

Cascina DUC: Fatto in Casa
Cascina DUC: Fatto in Casa

Cascina Duc: Tradizione, Natura e Innovazione per il Futuro

 

Cascina Duc è un angolo di terra dove il passato e il presente si fondono in una visione che guarda al futuro. Situata tra Torino e Grugliasco, ai confini di una delle poche aree verdi rimaste nella zona, questa storica cascina risalente al 1790 è un autentico esempio di come la tradizione agricola possa convivere con la modernità, offrendo un patrimonio che non solo arricchisce la storia locale, ma si proietta anche a beneficio delle generazioni future.

 

L'accessibilità è uno degli aspetti più apprezzati della cascina, che è facilmente raggiungibile sia con mezzi pubblici che tramite autostrada. Ma ciò che la rende veramente speciale è la sua integrità. Cascina Duc è una delle ultime, rare testimonianze di cascina agricola in funzione nella zona di Torino, dove la natura e le pratiche agricole tradizionali vengono mantenute vive e floride.

 

Circondata da oltre venti ettari di terreno coltivati a foraggio, cereali e lavanda, la cascina ospita un agriturismo con oltre 100 posti a sedere, dove i visitatori possono assaporare i piatti preparati con ingredienti freschi e naturali. I prodotti locali, come le confetture, la pasta ripiena e le conserve, sono anche in vendita presso il Punto Pastificio-Gastronomia.

Inoltre, l’agri-macelleria all’interno della cascina offre carne pregiata proveniente da un allevamento che rispetta metodi naturali, con bovini liberi di pascolare quotidianamente nei prati circostanti.

 

Nel cuore della cascina, le stalle che si affacciano sull’aia centrale ospitano oltre un centinaio di bovini, allevati con amore e attenzione, il cui benessere si riflette nella qualità delle loro carni.

Le produzioni agricole stagionali e la frutta degli alberi che adornano la struttura sono la base di piatti che raccontano la storia del territorio, preparati con ingredienti freschi e di qualità.

 

Un fiore all’occhiello di Cascina Duc è la sua coltivazione di lavanda, che avvolge la cascina in un profumo inebriante. I filari di questa pianta profumata accolgono i visitatori lungo il lato destro della strada di accesso, mentre la lavanda viene trasformata in una linea di cosmetici certificati, venduti presso il Punto Lavanda.

I visitatori potranno anche assaporare i grissini alla lavanda, i dolci fatti in casa e una pasta integrale aromatizzata con lavanda e rosmarino, un piatto semplice ma straordinario, servito con burro fuso.

 

Oltre alla ristorazione, Cascina Duc offre l’opportunità di partecipare a serate tematiche e di soggiornare nel suo Bed & Breakfast, dove la qualità e l’accoglienza fanno da padrone. Ogni esperienza, dalla cucina alla permanenza, è pensata per far sentire ogni ospite parte di una realtà che è, in ogni aspetto, “fatta in casa”.

 

Cascina Duc non è solo un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, ma è una testimonianza vivente di un modo di vivere e produrre che guarda al futuro, in armonia con la natura e la comunità

Cugnà: La Mostarda Piemontese
Cugnà: La Mostarda Piemontese
La leggenda narra che la salsa Cugnà nacque dalla necessità di conservare la frutta in quelle zone dove gli inverni sono molto rigidi.
Coloranti Alimentari Naturali
Coloranti Alimentari Naturali

Se l’idea di impiegare sostanze sintetiche per conferire colore a pane, pasta e dolci non vi entusiasma, esiste una soluzione più naturale e sicura: realizzare in casa i propri coloranti alimentari.

 


La natura ci offre una vasta gamma di ingredienti dai colori intensi e duraturi, perfetti per arricchire le nostre preparazioni con tonalità vibranti e completamente naturali. Tuttavia, è fondamentale considerare il loro sapore e la loro intensità: alcuni ingredienti saranno più neutri, altri più caratterizzanti. Sarà quindi essenziale trovare il giusto equilibrio per non alterare il gusto del prodotto finale.

Ad esempio, per ottenere un pane dal colore rosso, la scelta più indicata sarà il pomodoro, piuttosto che le fragole, che potrebbero conferire un sapore poco armonioso con la preparazione.


Per ottenere la tonalità desiderata, è consigliabile aggiungere gradualmente il colorante naturale, valutando l’intensità del colore man mano. Se l’aggiunta dovesse modificare la consistenza della pietanza, è possibile bilanciare il composto utilizzando gelatina alimentare ben sciolta o un po’ di amido per aumentarne la densità.

Inoltre, la forma del colorante (liquida, pastosa o in gel) dovrà essere scelta in base alla tipologia di preparazione, per garantire una perfetta integrazione con gli altri ingredienti.

 

Ora passiamo alla pratica: ecco come ottenere coloranti naturali per dare un tocco vivace e originale alle vostre ricette.

 

COME PREPARARE I COLORANTI NATURALI

Essendo privi di conservanti, i coloranti fatti in casa vanno conservati in frigorifero e utilizzati entro 24-48 ore.

Rosso

    • pomodori
    • fragole
    • mirtilli rossi
    • cavolo rosso
    • mirtilli neri + aceto

 

Per ottenere una tonalità rossa, frullate e filtrate pomodori, fragole, mirtilli rossi o cavolo rosso; quindi, fate ridurre il liquido a fuoco lento. In alternativa, cuocete i mirtilli neri e aggiungete un cucchiaio di aceto per modificarne il pH e intensificare il colore rosso.  



Rosa/Fucsia

    • barbabietole
    • cavolo rosso + limone

 

Per una sfumatura rosa o fucsia, utilizzate purea o acqua di cottura di barbabietola. In alternativa, frullate il cavolo rosso, filtratelo e aggiungete succo di limone: l’acidità trasformerà il colore in un brillante fucsia.

 

Arancione

    • curcuma
    • curry
    • carote

 

Per ottenere un colorante arancione, potete utilizzare spezie come curcuma e curry. Un’alternativa naturale è rappresentata dalle carote: frullatele crude o leggermente sbollentate, filtrate il succo e fatelo ridurre a fuoco lento per ottenere una consistenza più concentrata. Sperimentare con i coloranti naturali non solo permette di evitare additivi chimici, ma aggiunge creatività e genuinità alle vostre ricette.

 

 

 

Divertitevi!

Formaggi freschi:  Come Introdurli nello Svezzamento dei Neonati
Formaggi freschi: Come Introdurli nello Svezzamento dei Neonati

Lo svezzamento è una fase delicata che pone spesso dubbi ai neogenitori, tra cui quello sull’introduzione dei formaggi freschi nell’alimentazione del bambino.

Quando iniziare? Come introdurli? Quali scegliere?

Lo svezzamento è una fase estremamente delicata, in cui è fondamentale garantire al neonato un apporto di nutrienti completo e bilanciato.

 

I formaggi freschi, come lo yogurt, sono un’ottima fonte di calcio, proteine, fosforo e riboflavina. Le linee guida europee sull’alimentazione infantile, supportate dall’OMS e dall’International Pediatric Association, ne consigliano l’introduzione tra i 6 e i 9 mesi, in quantità moderate.

È però fondamentale controllare l’apporto di proteine, sale e zuccheri, seguendo le indicazioni del pediatra.  

 

 

Introdurre i formaggi freschi nello svezzamento

I formaggi freschi per neonati possono essere introdotti miscelati alle pappe:

 

  • 6-9 mesi: un cucchiaino di formaggio fresco molle (2 volte a settimana).
  • 8-9 mesi: porzioni di circa 30 g (sempre 2 volte a settimana).
  • Dai 12 mesi: fino a 40 g, 2-3 volte a settimana, con la possibilità di aggiungere quotidianamente un cucchiaino di formaggio grattugiato (5 g) alle pappe.

 

Le dosi sono indicative e vanno personalizzate con il supporto del pediatra. È, inoltre, essenziale rispettare le corrette modalità di conservazione dei formaggi per garantirne la sicurezza.

 

 

Quali formaggi scegliere?

 

Tra i primi formaggi da introdurre ci sono crescenza, stracchino, robiola e ricotta. Se sciolti nella pappa, è bene verificare che non formino grumi o filamenti, poiché alcuni bambini potrebbero non gradirli subito. Sono disponibili anche formaggi specifici per l’infanzia, con un tenore lipidico bilanciato.

Un aspetto fondamentale è variare i sapori e le consistenze per stimolare la curiosità del bambino. Inoltre, è consigliabile preferire formaggi prodotti con latte pastorizzato, come indicato anche per le donne in gravidanza.

 

 

 

Svezzamento: buone pratiche e errori da evitare

 

7 consigli utili offerti dal Ministero della Salute

    1. Seguire le indicazioni del pediatra, rispettando le abitudini familiari e culturali.
    2. Offrire nuovi cibi con il cucchiaino, senza forzare il bambino, permettendogli anche di mangiare con le mani.
    3. Alternare colori, sapori e consistenze senza insistere su alimenti non graditi.
    4. Riproporre un alimento rifiutato dopo qualche giorno, in una forma diversa.
    5. Assicurarsi che il bambino mangi seduto con la schiena dritta, preferibilmente nel seggiolone.
    6. Offrire acqua invece di bevande zuccherate e introdurre il latte vaccino solo dopo i 12 mesi.
    7. Intorno all’anno, garantire una dieta varia con pasti principali e spuntini equilibrati.

 

7 errori da evitare:

    1. Iniziare lo svezzamento prima del sesto mese.
    2. Separare il bambino dai pasti familiari.
    3. Forzarlo a mangiare più del necessario.
    4. Usare il cibo per consolarlo o distrarlo.
    5. Offrirgli sempre gli stessi alimenti pur di farlo mangiare.
    6. Farlo mangiare davanti alla TV o con fretta.
    7. Sostituire la frutta fresca con succhi industriali.

 

 

Seguire un approccio equilibrato e consapevole aiuterà a costruire sane abitudini alimentari fin dai primi mesi di vita.

Malloreddus alla Campidanese
Malloreddus alla Campidanese

I malloreddus, noti anche come gnocchetti sardi, sono una delle paste più iconiche della tradizione gastronomica della Sardegna. Il loro nome deriva dal termine malloru (toro), e il diminutivo malloreddus significa "vitellini", in riferimento alla loro forma tozza e leggermente rigata che ricorda, metaforicamente, il piccolo bovino.

 

Questa pasta ha diverse denominazioni a seconda della zona: nel Sassarese sono chiamati cigiones o ciciones, nel Nuorese cravaos, mentre nel Logudoro si trovano come macarone caidos o macarone de punzu.

 

I malloreddus si preparano con pochi ingredienti semplici: semola di grano duro e acqua, a cui talvolta si aggiunge lo zafferano o gli spinaci tritati, per dare colore e sapore.

Oggi vi proponiamo la versione più celebre, i malloreddus alla campidanese, una ricetta tradizionale tramandata da madre in figlia nelle famiglie sarde. Questo piatto, tipico della pianura del Campidano, è un simbolo della cucina isolana.



La pasta viene condita con un ricco sugo a base di salsiccia, pomodoro e zafferano, un ingrediente introdotto in Sardegna dai Fenici oltre duemila anni fa. Ma il vero protagonista della ricetta è il grano sardo, coltivato da secoli nell’isola.

Già in epoca imperiale, la Sardegna era considerata "il granaio di Roma", e il Campidano produceva circa la metà del frumento necessario all'esercito romano.

 

 

Ingredienti per 4 persone

 

Per i malloreddus

 

  • 400 g di semola fine
  • 200 ml di acqua tiepida (può variare in base all’umidità della semola)
  • 1 bustina di zafferano in polvere
  • 2 g di sale fino

 

Per il sugo

 

  • 350 g di salsiccia fresca con i semi di anice
  • 500 g di pomodori maturi
  • 1 pizzico di zafferano Nuraghe Ruju Azienda Agricola
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 fogli d’alloro
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • Sale q.b.
  • Pecorino Sardo Dop maturo q.b.

 

 

Preparazione dei Malloreddus

 

1. Sciogliete lo zafferano in acqua tiepida, tenendone da parte un pizzico per il sugo In una ciotola, versate la semola e il sale, poi aggiungete metà dell’acqua con lo zafferano e iniziate a impastare.

Incorporate gradualmente il resto dell’acqua, regolando la quantità in base all’umidità della semola.

 

2. Trasferite l’impasto su una spianatoia e lavoratelo fino a ottenere una consistenza liscia ed elastica. Formate una palla, copritela con un canovaccio umido o pellicola e lasciate riposare per 30 minuti.

 

3. Stendete l’impasto formando dei salsicciotti sottili, quindi tagliate piccoli pezzi di circa 1 cm.  Passate ogni pezzetto sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo per rigarli leggermente.

 

4. Disponete i malloreddus su un vassoio infarinato e lasciateli asciugare per 24 ore, senza coprirli.

 

 

Preparazione del Sugo

 

1. Sbollentate i pomodori, pelateli, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.

 

2. Spellate e sbriciolate la salsiccia.

 

3. In una padella, scaldate 4 cucchiai d’olio e fate soffriggere la cipolla tritata e lo spicchio d’aglio. Aggiungete la salsiccia e rosolatela per 10 minuti.

 

4. Unite i pomodori a cubetti, il pizzico di zafferano, il sale e le foglie di alloro. Lasciate cuocere a fiamma bassa per circa 1 ora, aggiungendo un po’ di acqua tiepida se necessario.

 

 

Cottura e servizio

 

1. Cuocete i malloreddus in abbondante acqua salata fino a quando vengono a galla. Scolateli e conditeli con il sugo ben caldo.

 

2. Spolverizzate con Pecorino Sardo DOP maturo e servite subito.

 

 

 

 

TIps & Varianti

 

 

  • Per un sapore più intenso, potete aggiungere lo zafferano direttamente nel sugo e nell’impasto.
  • Se preferite un sugo più cremoso, potete frullare parte dei pomodori prima di aggiungerli alla padella.
  • Per una versione più rustica, sostituite la salsiccia con carne di maiale a pezzi piccoli.