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Un liquore speciale: il 100 foglie di Amarena
Un liquore speciale: il 100 foglie di Amarena

Tra i vini dolci, liquorosi o aromatizzati con la frutta e le spezie, c’è un prodotto unico, realizzato con le foglie di amareno.



L’amareno è un albero simile al ciliegio, ma di più piccole dimensioni, che cresce anche in forma selvatica. I suoi frutti, come la celebre varietà Marasca, sono molto apprezzati in pasticceria: il liquore Maraschino, oltre ad essere utilizzato dai bartender nella miscelazione, è un ingrediente ormai iconico di numerosi dolci.

 

Oggi vi spieghiamo la semplice preprazione del 100 Foglie di Amarena, noto anche come Amarenillo.

 

Come base alcolica utilizzeremo il Talò Primitivo di Manduria D.O.P. delle Cantine San Marzano, un vino dal colore rosso rubino intenso con riflessi che richiamano l’amarena matura. Questo vino si distingue per le sue note di cacao e vaniglia ed è affinato per sei mesi in barrique di rovere francese e americano.


In questa ricetta dedicata alla preparazione del nostro liquore alle amarene, abbiamo scelto di non far bollire lo zucchero nel vino, per preservarne i delicati sentori. Lo zucchero, infatti, si dissolve perfettamente durante il periodo di riposo, garantendo un risultato equilibrato e armonioso.

 

Ingredienti

  • 100 foglie di amarena
  • 1 Bottiglia di Talò Primitivo di Manduria D.O.P.
  • 300 grammi di alcol a 96°
  • 300 grammi  Zucchero

 

Procedimento



Pulite le foglie di amarena con un panno umido per rimuovere eventuali impurità.

Disponete le foglie in un barattolo capiente e copritele con lo zucchero. Versate, poi, il vino nel barattolo, chiudetelo ermeticamente e agitatelo con delicatezza per mescolare gli ingredienti.
Lasciate il barattolo liquoroso in un luogo fresco e buio, scuotendolo quotidianamente per facilitare lo scioglimento dello zucchero.

 

Trascorse due settimane, aggiungete l’alcol e mescolate con cura.

Il giorno seguente, filtrate il vino liquoroso con un colino e trasferitelo in una bottiglia pulita.

Lasciate riposare il vostro liquore per un mese prima di degustarlo.

 

Ottimo come digestivo a fine pasto anche per accompagnare dolci, il 100 foglie di amarena è un ingrediente fortemente utilizzato in miscelazione, per la realizzazione di cocktail, grazie al suo profilo aromatico avvolgente.

 

Buona preparazione e buona degustazione!

Marillenknödel - Gnocchi Dolci all'Albicocca
Marillenknödel - Gnocchi Dolci all'Albicocca

In Austria la parola "marille" significa albicocca. Questo dolce frutto è una delle specialità della splendida e soleggiata regione della Wachau, situata nel Niederoesterreich, la Bassa Austria. La Wachau si estende a nord di Vienna, lungo ile rive del Danubio, ed è rinomata per i suoi vini, le albicocche, le abbazie e i magnifici paesaggi collinari. La regione ospita circa centomila alberi di albicocco, che, durante la fioritura primaverile, regalano uno spettacolo naturale mozzafiato.

 

Oggi vi proponiamo una ricetta semplice e veloce per preparare dei gustosi canederli tirolesi all'albicocca, utilizzando sia frutta sciroppata che frutta fresca

 

 

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

  • 1 kg di patate farinose per gnocchi
  • 80 g di burro
  • 50 g di semolino
  • 1 uovo
  • 2 tuorli
  • 250 g di farina
  • 24 mezze albicocche sciroppate oppure 12 albicocche fresche (in base alla stagione)
  • 100 g di marmellata di albicocche o, se si usano albicocche fresche, 12 zollette di zucchero
  • 150 g di pane grattugiato
  • 180 g di burro
  • cannella in polvere q.b.

 

 

Procedimento

Lessate le patate con la buccia, sbucciatele e passatele nello schiacciapatate mentre sono ancora caldea. Lasciatele intiepidire, quindi aggiungete 80 g di burro ammorbidito, il semolino, un pizzico di sale, l’uovo intero e i due tuorli. Infine, incorporate la farina setacciata, mescolando e lavorando l'impasto fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea.

 

Lasciate riposare per 10 minuti poi e stendete l’impasto su un ripiano infarinato dandogli mezzo cm di spessore e ricavate 12 quadrati di circa 7 x 7 cm.

 

Accoppiate le mezze albicocche, mettendo al centro un po' di marmellata, e avvolgetele con i quadrati di iimpasto fino a formare dei grossi gnocchi rotondi.

Se utilizzate albicocche fresche, inseritene una intera all'interno di ogni gnocco, sostituendo il nocciolo con un quadratino di zucchero

Lessate gli gnocchi in acqua bollente per 10 minuti a fuoco dolce, mescolandoli delicatamente per evitare che si attacchino.

Nel frattempo, sciogliete il burro rimanente in una padella, aggiungete il pane grattugiato e fatelo dorare mescolando.

 

Scolate gli gnocchi, trasferiteli nella padella con il pangrattato rosolato e rigirateli con cura finché saranno completamente ricoperti.

 

Servite, infine, gli gnocchi caldi e cospargeteli con un po' di cannella o zucchero a velo.

 

Ed ora gustate questa vera dolcezza nordica!

 

In Austria esiste una variante con le prugne, i Zwetschgenknödel, che possono essere serviti con gelato, crema alla vaniglia o semplicemente da soli, spolverati di zucchero.

Calamarata al Sugo e Formaggio ai Funghi Porcini
Calamarata al Sugo e Formaggio ai Funghi Porcini

Non c'è coccola migliore di un buon piatto di pasta. Sin dal suo inconfondibile profumo durante la cottura, la pasta stimola la fantasia, suggerendo abbinamenti e ricette da creare.

 

La calamarata, in particolare, è un formato di pasta che regala grandi soddisfazioni grazie alla sua consistenza corposa e avvolgente. Uno dei nostri preferiti! Oggi ve la proponiamo con intensi sapori mediterranei: un dolce sugo di pomodoro che si sposa con la cremosità di un formaggio ai funghi porcini.

Gli ingredienti di questa ricetta provengono da produttori cooperativi impegnati a valorizzare le eccellenze gastronomiche italiane.

 

La calamarata è prodotta da Daunia&Bio Società Cooperativa, nata nel 2011 nel territorio foggiano. Questa cooperativa riunisce produttori agricoli del settore biologico e promuove il progetto Pasta&Bio, volto alla diffusione di pasta ottenuta da grani duri locali, in particolare della varietà Senatore Cappelli, coltivati con metodi biologici e tracciati dalla semina al prodotto finito.



I pomodori pelati provengono da Rosso Gargano, una società consortile con sede a Foggia, impegnata nella valorizzazione di questo ortaggio simbolo della tradizione gastronomica italiana.

 

Il formaggio ai funghi porcini che abbiamo selezionato è di media maturazione, prodotto con latte misto bovino e ovino dal marchio Trevalli - Cooperlat, una cooperativa marchigiana con oltre 60 anni di esperienza nel settore lattiero-caseario, impegnata nella sostenibilità ambientale e nella salute dei consumatori.

 

 

Ingredienti per 4 persone

 

  • 320 g di calamarata Daunia&Bio
  • 400 g di pomodori pelati Rosso Gargano
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 spicchio d’aglio
  • 200 g di formaggio misto ai funghi porcini Trevalli, tenuto a temperatura ambiente per due ore prima dell’uso
  • Timo secco q.b.
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.

 

Preparazione

1. Schiacciate i pomodori pelati all’interno di una ciotola, aiutandovi con una forchetta.

 

2. In un pentolino d’acciaio dal fondo spesso, scaldate l’olio a fiamma moderata e aggiungete lo spicchio d’aglio. Fate insaporire l’olio senza far dorare l’aglio. Aggiungete i pomodori pelati, alzate leggermente la fiamma e cuocete per circa 5 minuti. Regolate di sale, pepe e aggiungete un pizzico di timo. Mescolate e lasciate raffreddare.

 

3. Tagliate il formaggio ai funghi porcini a cubetti di circa 1 cm per lato. Cuocete la calamarata in abbondante acqua salata seguendo i tempi indicati sulla confezione.

 

4. Scolate la pasta, conditela con un filo d’olio e lasciatela riposare qualche minuto in un piatto ampio.

Una volta intiepidita, conditela con la salsa di pomodoro e distribuitela nei piatti. Completate ogni porzione con i cubetti di formaggio ai funghi porcini e servite.

 

 

Un piatto semplice ma ricco di sapore, che celebra la tradizione mediterranea e l’impegno cooperativo quotidiano con ingredienti d’eccellenza.  

Mele -  5 Idee Per Riutilizzare gli Scarti
Mele - 5 Idee Per Riutilizzare gli Scarti

Avrete, ormai, capito che uno dei nostri impegni principali è quello di ridurre gli sprechi alimentari.

Sprecare meno significa non solo aiutare l'ambiente, ma anche valorizzare le risorse e avere un occhio di riguardo per chi vive in condizioni di difficoltà.

 

Attraverso piccoli consigli e tante idee creative in cucina e per la salute, vogliamo mostrarvi quanto sia importante non scartare alimenti e parti di essi, ma riutilizzarli al meglio.

 

Oggi vi sveliamo come dare nuova vita agli scarti di mela! Come è risaputo, la maggior parte delle proprietà benefiche di frutta e verdura si concentra nella buccia, che spesso finisce inutilmente nel cestino dell'umido.

Le bucce di mela, ad esempio, contengono sostanze protettive per il nostro organismo e sono ricche di fibre. Scegliendo mele biologiche, fresche e non trattate, potrete facilmente riutilizzarle in cucina senza problemi.

 

 

Dalla buccia al torsolo, ecco 5 idee intelligenti per riciclare gli scarti di mela.

 

 

#1 Tisana digestiva

 

Perfetta per le fredde giornate invernali o come digestivo naturale dopo un pasto abbondante, questa tisana profumata e benefica si prepara con:

 

    • Bucce fresche di 2 mele
    • 2 fette di zenzero fresco
    • Un pizzico di cannella
    • Succo di limone

 

Mettete tutti gli ingredienti in mezzo litro d'acqua bollente e lasciate in infusione per 5 minuti. Filtrate, aggiungete qualche goccia di limone e, se desiderate un tocco di dolcezza, un po’ di miele o sciroppo d'acero. Un infuso delizioso e salutare! 

 

 

#2 Bucce di mela disidratate

 

Un’altra idea per ridurre gli sprechi è quella di essiccare le bucce. Potete farlo in forno a bassa temperatura o con un essiccatore. Una volta pronte, conservatele in un barattolo con una stecca di cannella o qualche chiodo di garofano per un tocco aromatico.

Le bucce disidratate sono perfette per decorare dolci, arricchire tisane o essere sgranocchiate come snack croccante e salutare.

 

 

#3 Sorbetto di mela

 

Se amate i dessert freschi e naturali, potete trasformare gli scarti di mela in un goloso sorbetto! Vi serviranno:

    • Bucce e torsoli di 5 mele verdi (preferibilmente Granny Smith)
    • 200 g di zucchero
    • 1 albume
    • 1 limone intero

 

Tagliate le mele eliminando solo picciolo e semi, poi mettete bucce e torsoli in acqua con succo di limone per evitare l'ossidazione. Preparate uno sciroppo con acqua e zucchero, lasciate raffreddare e frullate tutto insieme alle mele. Aggiungete l’albume montato a neve, mescolate e mettete in freezer. Ogni 15 minuti, rimestate energicamente per quattro volte, poi lasciate riposare per almeno 4 ore. Prima di servire, montate con una frusta per ottenere una consistenza perfetta. Se il sorbetto risulta troppo duro, basterà frullarlo nuovamente!

  

 

#4 Addensante naturale per marmellate

 

Sapevate che bucce e torsoli delle mele sono ricchi di pectina, un addensante naturale? Potete sfruttarli per dare corpo alle vostre marmellate fatte in casa! Basta aggiungerli alla preparazione della confettura, rimuovendo solo semi e piccioli. Questo trucco vi permetterà di ottenere una consistenza perfetta senza ricorrere a gelificanti artificiali.

 

 

#5 Salsa alle mele per piatti salati

 

Se amate i contrasti di sapore, provate questa salsa perfetta per accompagnare piatti a base di carne, soprattutto il maiale.

Ingredienti

    • Bucce di mela
    • Scorza di limone
    • Brodo vegetale
    • Scalogno o cipolla
    • Sale e succo di limone

Fate bollire le bucce di mela e la scorza di limone nel brodo vegetale finché il liquido si riduce. In una padella, soffriggete lo scalogno o la cipolla, poi unite il brodo ristretto e frullate fino a ottenere una crema liscia. Regolate di sale e aggiungete un po’ di succo di limone. Questa salsa delicata e leggermente acidula si sposa alla perfezione con arrosti e grigliate!

 

 

 

Con queste 5 idee semplici e creative, ridurre gli sprechi diventa un gesto naturale e gustoso! Provatele e fateci sapere quale preferite!

Buono Come il Pane
Buono Come il Pane

Il pane è un pilastro della nostra alimentazione, alimento antico che ha accompagnato l'umanità fin dalle prime scoperte sulla lievitazione.

Le sue origini risalgono a migliaia di anni fa: inizialmente consumato crudo, poi cotto ma non lievitato (simile al pane azzimo), e infine, intorno al IV secolo a.C., lavorato con la fermentazione, permettendo all'impasto di aumentare di volume.

 

Oggi il termine "pane" racchiude un'ampia varietà di prodotti da forno, differenti per ingredienti, tecniche di lavorazione e cottura, adattandosi alle tradizioni culinarie di ogni regione.

 

Gli Ingredienti del Pane

 

Secondo la normativa alimentare, il pane è il risultato della cottura di un impasto lievitato preparato con farina di grano, acqua e lievito, con o senza sale (L. 580/67 e successive modifiche). Tuttavia, l’arte della panificazione si è evoluta nel tempo, includendo nuove farine e tecniche per rispondere alle esigenze moderne.

 

Farina. La più utilizzata è quella di grano tenero o segale, ma negli ultimi anni hanno guadagnato popolarità le farine di grani antichi e senza glutine, adatte ai celiaci. Anche la farina integrale viene spesso impiegata, purché la sua composizione sia chiaramente indicata. Le farine di frumento e segale sono particolarmente apprezzate per la loro capacità di conferire al pane caratteristiche organolettiche e nutrizionali eccellenti.

 

Acqua. Essenziale per la formazione del glutine, l’acqua influisce sulla consistenza dell’impasto. Contiene sali minerali che migliorano la struttura del pane, rendendolo più elastico e lavorabile. La sua temperatura deve essere tra 21 e 25°C per non ostacolare l’attività dei lieviti.

 

Sale. Oltre ad insaporire il prodotto finito, il sale rafforza la maglia glutinica, rendendo l’impasto più compatto e migliorando la croccantezza della crosta. Inoltre, svolge un’azione antisettica che controlla le fermentazioni indesiderate. In alcune regioni, come in Toscana, il pane è tradizionalmente privo di sale.

 

Lievito. Il cuore della panificazione. Esistono due tipologie principali:

 

  • Lievito di birra (Saccharomyces cerevisiae), usato nell’industria per tempi di lavorazione più rapidi e risultati costanti.
  • Lievito naturale (pasta madre), ottenuto da un impasto lasciato fermentare spontaneamente. Dona al pane un sapore più ricco, maggiore digeribilità e una conservazione più lunga, ma richiede tempi di lavorazione più estesi.

 

 

Dalla Farina al Pane: Il Processo di Panificazione

 

L’impasto è la fase in cui gli ingredienti si uniscono per formare una massa omogenea. Qui avviene la creazione della maglia glutinica: le proteine della farina, gliadina e glutenina, si combinano con l’acqua formando un reticolo elastico. Questo trattiene le bolle di gas prodotte dalla fermentazione, consentendo la crescita dell’impasto. A seconda della ricetta, l’impasto può essere lavorato più volte con periodi di riposo per migliorarne la struttura.  

 

Il Processo di Fermentazione

 

Durante la fermentazione, i lieviti trasformano il glucosio in alcol etilico e anidride carbonica. Questo processo, unito alla fermentazione lattica e acetica, conferisce al pane il suo tipico aroma e la sua struttura soffice. La temperatura ideale per la fermentazione è tra i 23 e i 25°C, con un’umidità relativa dell’80-85%. Un tempo di fermentazione troppo lungo può compromettere la tenuta dell’impasto, mentre una fermentazione ben gestita assicura un pane fragrante e ben sviluppato.  

 

La Cottura

 

Durante la cottura, il pane assume la sua forma definitiva e sviluppa la crosta dorata e croccante. La temperatura del forno varia tra i 200 e i 300°C, e il tempo di cottura dipende dalle dimensioni del pane: dai 15 minuti per i panini ai 60 minuti per le pagnotte più grandi. Il calore trasforma gli amidi e le proteine, creando quella straordinaria combinazione di gusto e consistenza che rende il pane un alimento unico.

 

Nella seguente tabella le trasformazioni che avvengono durante la cottura

 

TEMPERATURA

EVENTI CHE SI VERIFICANO DURANTE LA COTTURA

 

Intensificazione della fermentazione con ulteriore sviluppo di gas e

30°C

aumento di volume del pane; il glutine si ammorbidisce e l'amido

 

si plasticizza

40-45°C

Inattivazione e morte dei microrganismi implicati nel processo di

 

lievitazione (saccaromiceti)

 

L'amido inizia a solidificarsi e le proteine a denaturarsi; i granuli

entro 60°C

di amido sottraggono acqua al glutine, estendendo al massimo il

 

Reticolo

 

Inizia la coagulazione del glutine, pian piano si arresta l'attività

65-80°C

enzimatica, l'alcol e le sostanze aromatiche evaporano e inizia la

 

caramellizzazione di alcuni zuccheri

100°C

L'impasto diventa rigido, l'amido gelatinizza parzialmente, l'acqua

 

evapora e si inizia a formare la crosta

 

A causa della destrinizzazione dell'amido, la crosta inizia ad

120-140°C

assumere un colore giallo chiaro; la stessa crosta si disidrata

 

completamente e si solidifica

140-150°C

Caramellizzazione completa di tutti gli zuccheri e la crosta assume

 

un colore bruno

150-200°C

Formazione di prodotti croccanti aromatici

>200°C

Carbonizzazione

 

 

 

Caratteristiche Nutrizionali

 

Il pane è molto più di un semplice alimento: è una fonte di energia e benessere, ricca di nutrienti essenziali per il nostro organismo.

 

Grazie al suo elevato contenuto di carboidrati complessi (circa 63 g ogni 100 g di prodotto), fornisce un apporto energetico costante, trasformandosi in glucosio, il carburante fondamentale per il cervello e i muscoli.

Un grande vantaggio? Zero colesterolo (a meno che non contenga burro, strutto o altri grassi animali), il che lo rende un alimento adatto anche a chi segue una dieta mirata alla salute cardiovascolare. Inoltre, il suo alto potere saziante aiuta a ridurre l’appetito, contribuendo a un’alimentazione equilibrata.

Per massimizzare i benefici, il pane integrale è la scelta ideale: ricco di fibre e minerali, favorisce il benessere intestinale e regala un senso di sazietà più duraturo.

Dal punto di vista proteico, il pane offre un buon contributo, anche se le sue proteine non contengono tutti gli aminoacidi essenziali.

 

E per quanto riguarda le controindicazioni? In generale, non ce ne sono, ma chi soffre di diabete dovrebbe consumarlo con moderazione, scegliendo tipologie a basso indice glicemico. Per chi ha intolleranza o sensibilità al glutine, invece, esistono ottime alternative a base di farine senza glutine, perfette per non rinunciare al piacere del pane. L’importante è sceglierlo con consapevolezza e abbinarlo a una dieta bilanciata!

 

 

Dalla tradizione dei forni a legna ai metodi moderni di panificazione, questo alimento continua a essere un pilastro della nostra cultura, adattandosi alle nuove esigenze senza mai perdere il suo valore autentico.

Che sia una croccante baguette, un fragrante filone di grano duro o un soffice pane casereccio, il pane rimane un simbolo di convivialità e nutrizione, capace di unire le persone attorno alla tavola, ieri come oggi.

 

 

Articolo della Dott.ssa Monica Martino
Esperimenti in cucina - Una biologa ai fornelli

Frittata di Verza
Frittata di Verza

 

Le uova sono un ingrediente straordinariamente versatile in cucina, ideali sia consumate da sole per un pasto rapido, sia in combinazione con altri ingredienti, per come base per ricette dolci o salate. Cambiando il metodo di cottura e di utilizzo, le uova possono trasformarsi, offrendo una varietà unica di sapori e consistenze. Ricche di ferro, proteine e vitamine, le uova si considerano il cibo più nutriente al mondo.

Oggi vi proponiamo una ricetta semplice e gustosa, suggerita da Monica Benedetto, autrice del blog Una padella tra di noi.

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

  • 150 g di verza disidratata Farris
  • 1 cipolla media
  • 3 uova
  • 60 g di parmigiano grattugiato
  • 50 g di cubetti di prosciutto
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

 

Procedimento

1. Preparate la verza

 

Portate a bollore una pentola capiente con acqua salata. Aggiungete la verza disidratata Farris e lasciatela cuocere per circa 10 minuti.

Scolate la verza e con l’aiuto di un cucchiaio eliminatene l’acqua in eccesso. Lasciate raffreddare.

 

2. Preparate la base d’uovo

 

In una ciotola capiente, sbattete energicamente le uova insieme al parmigiano grattugiato, fino a ottenere un composto ben amalgamato Unite la verza scolata, i cubetti di prosciutto cotto e un pizzico di sale.

Mescolate accuratamente per distribuire gli ingredienti in modo uniforme.

 

3. Cuocete la frittata

 

Scaldate una padella con un filo di olio extravergine di oliva. Versate il composto di uova e distribuitelo uniformemente. Cuocete la frittata a fuoco medio per 5-6 minuti, quindi giratela con l’aiuto di un piatto o di un coperchio e cuocetela per altri 5 minuti sull’altro lato.

Trasferite la frittata su un piatto da portata e lasciatela intiepidire. Servitela con un contorno di pomodori freschi conditi con olio e sale.

 

 

Un piatto davvero sfizioso, genuino e nutriente!

Uova in Purgatorio con Lenticchie e Peperoni
Uova in Purgatorio con Lenticchie e Peperoni

In questa ricetta realizzata da Francesca Vassallo, autrice del blog La Maggiorana Persa, le uova in purgatorio, diventano un gustoso e nutriente piatto unico unendosi a lenticchie e peperoni.

I legumi hanno il potere di arricchire i piatti in ogni stagione dell’anno mentre i peperoni, quando non di stagione, possono sostituirsi con altre verdure come i cavoletti o  carciofi.

 

Per questa proposta abbiamo selezionato le lenticchie della Cooperativa Girolomi dai sapori antichi che richiamano la terra, che ha sempre svolto iniziative volte a promuovere e sostenere la civiltà contadina, nel rispetto dell’ambiente.


L’olio è biologico, prodotto dalla Cooperativa Oleificio Pozzuolese con olive selezionate del Lago Trasimeno ed è certificato in tutta la catena produttiva.

 

Ingredienti per 4 persone

 

  • 100 g di lenticchie bio Girolomi
  • 1 bottiglia di passata di pomodoro bio
  • 4 uova
  • Mezzo peperone giallo e mezzo peperone rosso
  • 60 g di cipolla
  • 35 g di olio extravergine di oliva biologico della Cooperativa Oleificio Pozzuolese
  • Sale, q.b.
  • Pepe macinato al momento, q.b.

 

Preparazione

 

1. Preparate le lenticchie. Sciacquate le lenticchie sotto acqua corrente e mettetele in una pentola con abbondante acqua fredda. Portate a bollore, quindi abbassate la fiamma e fate cuocere per circa 25 minuti con il coperchio, fino a quando saranno tenere ma non sfatte. Se necessario, aggiungete una presa di sale negli ultimi 5 minuti di cottura. Scolate e tenete da parte un mestolo della loro acqua di cottura.

 

2. Preparate il soffritto. Nel frattempo, affettate finemente la cipolla. Scaldate 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva in un tegame antiaderente, lasciandola appassire a fuoco dolce per circa 5 minuti, mescolando spesso, senza farla dorare troppo. Tagliate i peperoni a striscioline sottili e uniteli alla cipolla.

Saltate a fuoco medio per 5 minuti, quindi aggiungete 250 ml di passata di pomodoro e un pizzico di sale. Coprite e fate cuocere per 30 minuti a fuoco dolce, aggiungendo un po’ dell’acqua di cottura delle lenticchie se il sugo si asciuga troppo..

 

3. Aggiungete le lenticchie scolate alla salsa di pomodoro e peperoni, mescolate bene e fate insaporire per 5 minuti. Regolate di sale e pepe e, se piace, aggiungete un pizzico di peperoncino per un tocco piccante.

 

4. Cuocete le uova. Con un cucchiaio, create 4 fossette nel sugo e rompete un uovo in ciascuna. Salate leggermente i tuorli, coprite con un coperchio e cuocete a fuoco medio per 6-8 minuti, a seconda della consistenza desiderata (6 minuti per un tuorlo morbido, 8 per uno più sodo).

 

5. Servizio. Spegnete il fuoco e lasciate riposare per un minuto.  Servite subito con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.

 

 

Perfetto da gustare caldo, accompagnato da fette di pane rustico per raccogliere il delizioso sugo, è una ricetta ideale per un pranzo o una cena appagante.

Polpette Napoletane Fritte
Polpette Napoletane Fritte

Le polpette di carne rappresentano un pilastro della tradizione contadina, un piatto che affonda le sue radici nella cucina di recupero.

 

Un tempo considerate una pietanza povera, le polpette nascevano dall’esigenza di riutilizzare gli avanzi.

I ritagli di carne di vitello venivano amalgamati con uova e pane raffermo, dando vita a un composto saporito e versatile, che veniva poi cotto in vari modi.

 

Oggi, le polpette sono diventate una preparazione amatissima, declinata in numerose varianti: al sugo, con salse al formaggio, in bianco e, naturalmente, fritte, croccanti e irresistibili, come la proposta di oggi.

 

Ingredienti

 

  • 400 g di macinato di vitello
  • 4 uova
  • 1 spicchio d’aglio
  • 180 g di pane raffermo (peso del pane ammorbidito e strizzato)
  • 30 g di parmigiano
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.
  • Basilico
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

 

1. In una ciotola capiente, mettete a bagno il pane raffermo in acqua e lasciatelo ammorbidire per circa 15 minuti.

 

2. Trascorso il tempo necessario, separate la crosta dalla mollica. Strizzate quest’ultima dapprima con le mani e poi con l’aiuto di uno schiacciapatate, in modo da eliminare tutta l’acqua in eccesso.

 

3. In un'altra ciotola, unite la carne macinata con i tuorli d’uovo, il sale, il pepe, il basilico tritato e l’aglio finemente sminuzzato.

 

4. A parte, sbattete gli albumi e aggiungeteli al composto. Incorporate il pane ben strizzato e ridotto in piccole briciole, insieme al parmigiano grattugiato. Impastate con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo e ben legato.

 

5. Con le mani leggermente umide, prelevate piccole porzioni di impasto (circa 40 g ciascuna) e modellatele fino ad ottenere delle polpette rotonde e compatte.

 

6. In una padella capiente, fate scaldare a fuoco lento l’olio extra vergine di oliva insieme a uno spicchio d’aglio in camicia e leggermente schiacciato.

Quando l’aglio inizia a dorarsi, aggiungete le polpette e friggetele, girandole delicatamente su tutti i lati, fino a ottenere una doratura uniforme e croccante.

 

7. Scolate le polpette su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.

Servitele ben calde.

 

Croccanti fuori, morbide dentro e irresistibilmente gustose: queste polpette fritte rappresentano un perfetto connubio tra tradizione e semplicità, un piatto capace di conquistare tutti al primo morso.

 

 

Potete offrirle accompagnate da qualche salsina fatta in casa.

 

  • Salsa allo yogurt e erbe aromatiche: mescolate yogurt greco, succo di limone, aglio tritato e prezzemolo per una salsa fresca e leggera.
  • Salsa al pomodoro speziata: cuocete i pomodori pelati con aglio, peperoncino e basilico per una salsa dal sapore intenso.
  • Salsa al formaggio: sciogliete del formaggio a pasta filata con panna e noce moscata per un accompagnamento cremoso e avvolgente.
  • Salsa barbecue casalinga: unite la passata di pomodoro, aceto, zucchero di canna, paprika affumicata e senape per un gusto dolce e affumicato.
Cachi -  Il Frutto dai Superpoteri
Cachi - Il Frutto dai Superpoteri

Mangiare cachi fa bene, questo già lo sappiamo. Ma sai davvero perché? Scopriamolo insieme.


Tipici della stagione autunnale, i cachi sono frutti dall’aspetto invitante e dal sapore unico. Ricchi di fibre, conquistano per la loro consistenza morbida e dolce, irresistibile per molti.

 

Ma non è solo il gusto a renderli speciali: i cachi vantano proprietà nutrizionali straordinarie. Contengono una grande varietà di minerali, tra cui il calcio, il fosforo, il magnesio e il potassio, che li rendono alleati preziosi per affrontare al meglio la stagione fredda.  Inoltre, sono una fonte eccellente di vitamine, in particolare la vitamina A e la vitamina C, fondamentali per rafforzare il sistema immunitario e mantenere il corpo in salute.

 

Grazie al loro pH leggermente alcalino, i cachi risultano più digeribili rispetto ad altri tipi di frutta e possono essere consumati a fine pasto anche da chi soffre di reflusso o gastrite.

La loro elevata concentrazione di acqua li rende inoltre perfetti per favorire la diuresi, contribuendo a mantenere il corpo idratato e a eliminare le tossine.

Per beneficiare appieno delle loro proprietà e assaporarne tutta la dolcezza, è fondamentale consumarli quando sono perfettamente maturi, non scartando la parte vicina al picciolo, tenera e succosa.

Come mangiarli

I cachi si prestano a moltissime preparazioni culinarie! Torte e dolci a base di cachi sono senza dubbio un modo delizioso per valorizzare questo frutto, ma le sorprese non finiscono qui. Anche in abbinamento a certe verdure possono rivelarsi una scelta originale e sorprendente.

Un frutto dalle mille proprietà e dai mille utilizzi, ideale per sperimentare in cucina e scoprire nuovi sapori.

 

Non resta che mettersi ai fornelli e lasciarsi ispirare!