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Gelato Day - 4 Ricette da Fare in Casa
Gelato Day - 4 Ricette da Fare in Casa

Giunge alla sua dodicesima edizione la Giornata Europea del Gelato Artigianale, l’unica che il Parlamento Europeo abbia finora dedicato ad un alimento.

Questo evento, che si celebra il 24 Marzo e che coinvolge tutti i Paesi europei, è arricchito da iniziative, incontri ed eventi pensati per diffondere la cultura del gelato artigianale. Il “Gelato Day” rappresenta un’importante occasione per valorizzare questo prodotto, promuovere l’arte dei maestri gelatieri e sostenere la tradizione gastronomica del settore.

 

L’edizione 2024 ha come protagonista il Belgio con il gusto “Gaufre de Liège”, ispirato al celebre dolce locale: un gelato a base neutra aromatizzato con vaniglia e cannella, arricchito da una variegatura al burro salato e accompagnato da una cialda di gaufre di Liegi.

 

Per festeggiare insieme, vi proponiamo quattro ricette sane e genuine, da preparare con o senza gelatiera. Ricordate: scegliete ingredienti di alta qualità e limitate l’uso dello zucchero. 

 

CON LA GELATIERA

 

Gelato al fiordilatte

 

Ingredienti

 

  • 612 g latte intero
  • 165 g panna liquida
  • 140 g zucchero
  • 40 g destrosio
  • 40 g latte magro in polvere
  • 3 g farina di semi di carrube

 

Procedimento

1. In un pentolino, unite destrosio, latte magro in polvere e farina di semi di carrube setacciata. Aggiungete latte e panna e scaldate fino a 60-70°C, misurando la temperatura con un termometro da cucina.

 

2. Versate il composto ancora caldo nel frullatore e azionatelo 3 volte con la funzione “XL smoothie”.

 

3. Trasferite la miscela in un contenitore, lasciate raffreddare in frigorifero per 5-6 ore, poi mantecatela in gelatiera per 30-40 minuti, secondo il modello.  

 

 

 

Gelato al cioccolato

 

Ingredienti

 

  • 250 g di panna fresca
  • 150 g di latte
  • 150 g di cioccolato fondente
  • 150 g di zucchero
  • 3 tuorli d’uovo
  • essenza di vaniglia

 

Procedimento

1. Sciogliete a fuoco dolce cioccolato, panna e latte in un pentolino dal fondo spesso.

 

2. Montate i tuorli con lo zucchero in una ciotola a parte. Unite il composto di uova e zucchero al pentolino con il cioccolato e mescolate a fiamma bassa fino a sfiorare il punto di ebollizione (in questo modo eviterete che le uova si cuociano).

 

3. Amalgamate tutti gli ingredienti e aggiungete qualche goccia di essenza di vaniglia.

 

4. Lasciate raffreddare, poi trasferite il composto in frigorifero per almeno 4 ore. Infine, mantecate in gelatiera fino a ottenere un gelato cremoso.

 

 

 

SENZA GELATIERA

 

Gelato al gusto frutta



Ingredienti

 

  • 100 frutta a piacere
  • 150 latte
  • 40 g zucchero a velo

 

Procedimento

1. Tagliate la frutta scelta a piccoli pezzi e congelateli.

 

2. Mettete il latte in stampi per il e congelate.

 

3. Una volta congelati, prendete un frullatore a lame grandi e mettetevi dentro la frutta, lo zucchero a velo e il latte, iniziando a frullare a bassa velocità.

 

4. Quando tutto sarà triturato, trasferite il composto in un frullatore a lame piccole, fino a ottenere una consistenza cremosa.

 

 

 

Gelato alla Panna


Per preparare il gusto Panna serve un pochino di rum per evitare che il gelato si cristallizzi.



Ingredienti

 

  • 500 ml di panna fresca
  • 400 ml di latte condensato
  • 2 gocce di essenza di vaniglia
  • 2 cucchiai di rum

 

Procedimento

1. Mescolate in una ciotola il latte condensato freddo di frigo con l’essenza di vaniglia e il rum.

 

2. Montate la panna fredda in una ciotola, poi unite il latte condensato poco alla volta, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.

 

3. Trasferite il composto in una ciotola e lasciate congelare per 6 ore.

 

 

 

Tips & Salute

Per addensare creme o ottenere gelati senza glutine, utilizzate farina o maizena.

 

Il gelato è consigliato per i bambini a partire dai 12 mesi, iniziando con gusti semplici come fiordilatte o frutta, per poi introdurre le creme.

Food Tattoos -  Il Cibo sulla Pelle
Food Tattoos - Il Cibo sulla Pelle

San Valentino, il giorno più romantico dell’anno, è finalmente arrivato, e quest’anno Qui Da Noi ha deciso ha deciso di rendergli omaggio, celebrando il suo amore più speciale, quello per il cibo, la tradizione e la cucina di qualità.

 

Un amore diverso, che accompagna noi tutti, ogni giorno, che risveglia i nostri sensi e accende la nostra creatività. In questi mesi lo abbiamo gustato, preparato, scomposto e abbinato in mille modi.

Oggi, proprio come fosse il nostro innamorato, vi raccontiamo che possiamo anche tatuarlo sulla pelle, portandolo con noi ovunque.

 

Infatti, una tendenza che sta letteralmente lasciando il segno, in tutti i sensi è quella dei food tattoos.

Sempre più giovani, e non solo, scelgono di tatuarsi sulla pelle i simboli del loro amore per l’enogastronomia. Forchette, mestoli, tazzine di caffè, fette di pizza, coloratissimi dolcetti e calici di vino stanno conquistando il cuore e il corpo di chi non sa resistere al richiamo del gusto.  

 

Sul web spopolano le immagini più originali e stravaganti, come enormi carciofi decorati, fette di anguria perfettamente succose e persino bistecche di fiorentina. Non mancano i tatuaggi più ironici, come sandwich esageratamente farciti o frullatori vintage dal fascino retrò. Ancora, tra i più i diffusi macarons dai colori pastello, bignè decorati, ciliegie rosse come il peccato, e tazzine di tè finemente dettagliate.

 

I food tattoos non sono solo un trend estetico, ma una vera e propria dichiarazione di identità. Per molti, rappresentano l’amore per una professione – quella del cuoco, del pasticcere o del barista – o la celebrazione di una passione che accomuna milioni di persone: il piacere di mangiare bene.

 

Quindi, se quest’anno volete celebrare San Valentino in modo diverso, perché non dedicare questo giorno al vostro amore per la cucina?

 

Magari senza arrivare all’ago del tatuatore, ma concedendovi una giornata di coccole culinarie, un corso di cucina o un’esperienza gastronomica indimenticabile.

 

Perché, in fondo, il vero amore passa sempre per lo stomaco… e, a volte, resta impresso sulla pelle!

 

E voi? Avete mai pensato a un food tattoo? Fateci sapere quale piatto o ingrediente portereste sempre con voi!

Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare: Recuperiamo il Pollo Avanzato
Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare: Recuperiamo il Pollo Avanzato

“Per ogni prodotto che buttiamo stiamo gettando soldi e Natura nella spazzatura” afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia. Lo spreco alimentare, infatti, non è solo una questione etica – basti pensare a chi non ha accesso a cibo sufficiente – ma ha anche un impatto devastante sull’ambiente e sulla salute.

 

In Italia, nonostante una maggiore attenzione, ogni persona spreca ancora quasi mezzo chilo di cibo a settimana, circa 25 kg all’anno, secondo l’Osservatorio Waste Watcher. Un dato allarmante, se consideriamo che il contrasto allo spreco è un pilastro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. In occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare celebratasi ieri, vogliamo proporvi tante idee sfiziose per ridare vita agli avanzi di uno degli alimenti più comuni sulle nostre tavole: il pollo.

 

Spesso, infatti, il pollo cucinato per una cena veloce rimane in frigo per giorni, fino a finire nel cestino.

PREPARATEVI A RECUPERARLO

 

1. Insalata di pollo: ideale per un pranzo fresco da portare a lavoro.

 

Ingredienti

 

  • Pollo grigliato o arrosto avanzato
  • 80 g di insalata
  • 1 gambo di sedano
  • 40 g di parmigiano reggiano
  • 20 g di noci sgusciate
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • Succo di limone q.b.

 

Tagliate il pollo a pezzetti e marinatelo con olio e limone. In una ciotola unite l’insalata, il sedano a fettine, il parmigiano e le noci. Aggiungete il pollo e amalgamate gli ingredienti. Condite a piacere con olio e sale, oppure maionese o salsa allo yogurt.

 

 

2. Sandwich con pollo: ideale come snack da gustare a metà mattina o un pranzo veloce quando non si ha tempo di una pausa.

 

Ingredienti

 

  • Pollo avanzato
  • 1 zucchina grigliata
  • 1 pomodoro
  • 2 foglie di lattuga
  • 2 fette di pane tostato
  • Formaggio spalmabile q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Tagliate il pollo avanzato in listarelle e rosolatelo in padella con un filo d’olio. Assemblate il sandwich con il pane tostato, un velo di formaggio spalmabile, 1-2 fette di pomodoro, la zucchina grigliata e il pollo saltato.

 

 

3. Crostini con mousse di pollo: se il pollo avanzato è scarso facciamone un aperitivo.

 

Ingredienti

  • Pollo avanzato
  • 20g di olive taggiasche
  • 3 capperi
  • 30 g di parmigiano reggiano grattugiato
  • Olio extravergine d’oliva q.b. (latte o bevanda vegetale in alternativa)
  • 1 baguette di pane

 

In un mixer, frullate il pollo con le olive, i capperi, il parmigiano e l’olio fino ad ottenere una mousse cremosa. Spalmatela su delle fettine di baguette abbrustolite a mo’ di crostino. Per un tocco in più, aggiungete del formaggio a fette e infornate finché non si scioglie.

 

 

POLPETTE AL POLLO: UN CLASSICO DEL RICICLO

 

1. Polpette versione “classica” o “pollo e patate”.

 

Ingredienti

 

  • Pollo avanzato
  • 1 uovo
  • 1 spicchio di aglio
  • Prezzemolo tritato q.b.
  • 30 g di parmigiano grattugiato
  • Olio extravergine di oliva q.b. (o olio di semi)
  • Pangrattato

 

Fate a pezzetti il pollo avanzato e mescolatelo in una ciotola con l’uovo, l’aglio e il prezzemolo tritati e, infine, il parmigiano. Formate le polpette con le mani umide e rosolale in padella con un filo d’olio extravergine di oliva o di semi, fino a farle dorare su tutta la superficie. Eliminate l’olio in accesso aiutandovi con carta assorbente,

 

Con lo stesso procedimento, potete realizzare la versione di polpette di pollo con patate: aggiungete al composto una patata lessa schiacciata e mezzo bicchiere di latte. Passate le polpette nel pangrattato per una croccantezza extra.

 

 

2. Polpette di pollo e prosciutto cotto: per chi ama i sapori mediterranei.

 

Ingredienti

 

  • 50 g di prosciutto cotto tritato
  • Pane raffermo q.b.
  • 1 uovo
  • 1 rametto di prezzemolo
  • Sale q.b.
  • Latte q.b.
  • Pangrattato q.b.

 

Tritate pollo e prosciutto in un mixer.

Ammollate il pane raffermo nel latte con un pizzico di sale, poi strizzatelo. In una ciotola, unite ed amalgamate l’uovo, il pollo, il prosciutto, il prezzemolo tritato e il pane strizzato.

Formate le polpette con le mani inumidite e passatele nel pangrattato.

 

Friggete in abbondante olio caldo fino a doratura, poi scolate su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.

 

 

Con queste ricette, dare nuova vita agli avanzi diventa facile e gustoso. Ricordati: ogni piccolo gesto per ridurre lo spreco fa la differenza per il Pianeta! 🌍

Parma - Capitale della Cultura Alimentare
Parma - Capitale della Cultura Alimentare

In questo articolo non ci limiteremo a condividere ricette, ma vi porteremo a esplorare la ricca tradizione gastronomica di una delle città più affascinanti d’Italia: Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+2021.

 

Dichiarata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco nel 2015, Parma vanta un prestigio internazionale grazie alla presenza dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), di Alma, la celebre scuola di cucina internazionale, e di un esclusivo sistema di musei dedicati al cibo. Quella che vi proponiamo è una Parma autentica, culla di tradizioni enogastronomiche che mescolano influenze barocche, illuministe, rivoluzionarie, contadine e imprenditoriali.

 

Tra i suoi prodotti tipici spiccano vere eccellenze del gusto: il Prosciutto di Parma DOP, il Parmigiano Reggiano DOP, il Culatello di Zibello DOP, il Salame di Felino IGP, oltre a prelibatezze locali come il Sorbolino, il Nocino e il Malvasia dei Colli di Parma DOC.
Il legame tra Parma e il cibo: una storia millenaria

 

Le radici del rapporto tra Parma e il cibo affondano nell’epoca romana, quando i prosciutti stagionati nel parmense erano molto apprezzati nella capitale dell’Impero.

Nel Medioevo, invece, i monaci benedettini perfezionarono il processo di produzione del Parmigiano Reggiano, mantenuto pressoché invariato fino a oggi.

Durante l’800, Parma si affermò come centro industriale per la trasformazione del pomodoro e vide nascere un piccolo negozio di panetteria, la Barilla, che si sarebbe trasformato in un leader mondiale nella produzione di pasta e prodotti da forno.

 

Nel '900, Parma fu protagonista di importanti innovazioni alimentari con la nascita della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari e della Mostra delle Conserve, precorritrice dell’odierno Cibus, la Fiera Internazionale dell’Alimentazione. Nello stesso periodo furono istituiti i Consorzi di tutela dei prodotti tipici, un pilastro della valorizzazione del patrimonio enogastronomico locale.



PIATTI DELLA TRADIZIONE PARMENSE

 

Anolini in brodo


Un’icona della cucina parmense, gli “Anolini” sono piccoli dischetti di pasta dal diametro di circa 2,8 cm, farciti con un impasto di Parmigiano Reggiano, pane grattugiato, tuorlo d’uovo e sugo ristretto di stracotto di manzo. Questo piatto tradizionale, servito rigorosamente in brodo, accompagna tutto l’anno, persino durante Ferragosto, i pranzi e le cene in famiglia.  

 

Bomba di riso


La Bomba di riso è una ricetta scenografica e ricca di sapori. La preparazione originale prevede un ripieno di piccione, anche se oggi vengono spesso utilizzate carni di manzo e maiale. Il riso, cotto in un soffritto classico con brodo di carne, viene disposto a strati in una teglia a forma di ciambella, lasciando spazio al centro per accogliere il ripieno di carne. Dopo essere stato ricoperto con il riso rimanente e infornato, il piatto viene servito con abbondante Parmigiano. Buono, davvero!

 

Rosa di Parma


Un secondo piatto elegante che racchiude l’essenza del territorio. La Rosa di Parma è un rotolo di carne di manzo farcito con Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Lambrusco. Questo piatto, dal sapore intenso, si sposa perfettamente con un calice di buon vino rosso locale, rappresentando una delle eccellenze della cucina parmense.

 

Spongata


Tra i dolci tradizionali, spicca la “Spongata”, tipica soprattutto della zona di Busseto. Questa torta dal sapore speziato e aromatico è arricchita con un ripieno di noci, pinoli, uvetta, scorze di cedro, miele e spezie come cannella, chiodi di garofano e noce moscata. Perfetta per concludere un pranzo dedicato alle delizie di Parma, la Spongata è un dolce che celebra al meglio le tradizioni locali.

 

 

Parma non è solo una città, ma un viaggio nel gusto, nell’arte e nella cultura. Lasciatevi ispirare dalla qualità delle sue tradizioni.

 

 

Curiosità

 

Parma ha vissuto un biennio da Capitale Italiana della Cultura perché nel 2020, al primo anno di nomina, fu costretta a fermarsi per via dell’emergenza COVID-19. il Governo si mosse con decisione e velocemente per rinnovare il mandato per l'anno seguente e permettere lo svolgersi di un calendario ricchissimo di eventi, pronti a raccontare le tante anime della città.

Feste di Non Compleanno
Feste di Non Compleanno

Il "non compleanno" ("unbirthday" in inglese) è un'espressione scherzosa che indica qualsiasi giorno dell'anno, ad eccezione di quello in cui si compie gli anni.

 

Il termine, reso celebre dal mondo della letteratura e dell'animazione, compare nell'opera di Lewis Carroll "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" (1871). In realtà, nel romanzo il concetto viene accennato da Humpty Dumpty, che spiega ad Alice come sia possibile ricevere doni "ingenetliaci" per 364 giorni all'anno, a differenza di quelli "genetliaci", ricevibili solo nel giorno del proprio compleanno.

 

Tuttavia, il concetto di "non compleanno" è stato reso popolare soprattutto dal film d'animazione Disney "Alice nel Paese delle Meraviglie" (1951). In una delle scene più iconiche, Alice si ritrova a un bizzarro tè in compagnia della Lepre Marzolina, del Cappellaio Matto e di un Ghiro. Durante il dialogo, i personaggi introducono la festosa idea del "non compleanno":

 

  • "Tanti auguri per il tuo non compleanno! Vuoi del tè?"
  • "Cos’è un non compleanno?"
  • "Una festa che puoi celebrare 364 giorni all’anno!"
  • "Questi sono matti", pensò Alice, mentre il Cappellaio le versava del tè... che non esisteva.

 

 

Negli ultimi anni, il concetto di "non compleanno" ha assunto una nuova rilevanza.

Dopo la pandemia di COVID-19 del 2020, molte persone che avevano dovuto festeggiare il proprio compleanno a distanza – magari con una torta virtuale e un coro di "Happy Birthday" su Zoom – hanno scelto di recuperare la celebrazione in un secondo momento.

Durante la fase di riapertura, in particolare tra maggio e luglio, si è diffuso un vero e proprio trend internazionale: la celebrazione dei compleanni posticipati. Oltre ai compleanni, anche lauree, anniversari e altre ricorrenze rimandate a causa del lockdown sono state recuperate, trasformando i mesi primaverili ed estivi in un lungo periodo di festeggiamenti.

 

A conferma di questa tendenza, una rinomata pasticceria di Milano ha persino lanciato una speciale torta di "Non Compleanno", riscuotendo grande successo tra i clienti.

 

 

E quindi, oggi, non ci resta che augurare... un Buon Non Compleanno a tutti!

Cascina DUC: Fatto in Casa
Cascina DUC: Fatto in Casa

Cascina Duc: Tradizione, Natura e Innovazione per il Futuro

 

Cascina Duc è un angolo di terra dove il passato e il presente si fondono in una visione che guarda al futuro. Situata tra Torino e Grugliasco, ai confini di una delle poche aree verdi rimaste nella zona, questa storica cascina risalente al 1790 è un autentico esempio di come la tradizione agricola possa convivere con la modernità, offrendo un patrimonio che non solo arricchisce la storia locale, ma si proietta anche a beneficio delle generazioni future.

 

L'accessibilità è uno degli aspetti più apprezzati della cascina, che è facilmente raggiungibile sia con mezzi pubblici che tramite autostrada. Ma ciò che la rende veramente speciale è la sua integrità. Cascina Duc è una delle ultime, rare testimonianze di cascina agricola in funzione nella zona di Torino, dove la natura e le pratiche agricole tradizionali vengono mantenute vive e floride.

 

Circondata da oltre venti ettari di terreno coltivati a foraggio, cereali e lavanda, la cascina ospita un agriturismo con oltre 100 posti a sedere, dove i visitatori possono assaporare i piatti preparati con ingredienti freschi e naturali. I prodotti locali, come le confetture, la pasta ripiena e le conserve, sono anche in vendita presso il Punto Pastificio-Gastronomia.

Inoltre, l’agri-macelleria all’interno della cascina offre carne pregiata proveniente da un allevamento che rispetta metodi naturali, con bovini liberi di pascolare quotidianamente nei prati circostanti.

 

Nel cuore della cascina, le stalle che si affacciano sull’aia centrale ospitano oltre un centinaio di bovini, allevati con amore e attenzione, il cui benessere si riflette nella qualità delle loro carni.

Le produzioni agricole stagionali e la frutta degli alberi che adornano la struttura sono la base di piatti che raccontano la storia del territorio, preparati con ingredienti freschi e di qualità.

 

Un fiore all’occhiello di Cascina Duc è la sua coltivazione di lavanda, che avvolge la cascina in un profumo inebriante. I filari di questa pianta profumata accolgono i visitatori lungo il lato destro della strada di accesso, mentre la lavanda viene trasformata in una linea di cosmetici certificati, venduti presso il Punto Lavanda.

I visitatori potranno anche assaporare i grissini alla lavanda, i dolci fatti in casa e una pasta integrale aromatizzata con lavanda e rosmarino, un piatto semplice ma straordinario, servito con burro fuso.

 

Oltre alla ristorazione, Cascina Duc offre l’opportunità di partecipare a serate tematiche e di soggiornare nel suo Bed & Breakfast, dove la qualità e l’accoglienza fanno da padrone. Ogni esperienza, dalla cucina alla permanenza, è pensata per far sentire ogni ospite parte di una realtà che è, in ogni aspetto, “fatta in casa”.

 

Cascina Duc non è solo un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, ma è una testimonianza vivente di un modo di vivere e produrre che guarda al futuro, in armonia con la natura e la comunità

Formaggi freschi:  Come Introdurli nello Svezzamento dei Neonati
Formaggi freschi: Come Introdurli nello Svezzamento dei Neonati

Lo svezzamento è una fase delicata che pone spesso dubbi ai neogenitori, tra cui quello sull’introduzione dei formaggi freschi nell’alimentazione del bambino.

Quando iniziare? Come introdurli? Quali scegliere?

Lo svezzamento è una fase estremamente delicata, in cui è fondamentale garantire al neonato un apporto di nutrienti completo e bilanciato.

 

I formaggi freschi, come lo yogurt, sono un’ottima fonte di calcio, proteine, fosforo e riboflavina. Le linee guida europee sull’alimentazione infantile, supportate dall’OMS e dall’International Pediatric Association, ne consigliano l’introduzione tra i 6 e i 9 mesi, in quantità moderate.

È però fondamentale controllare l’apporto di proteine, sale e zuccheri, seguendo le indicazioni del pediatra.  

 

 

Introdurre i formaggi freschi nello svezzamento

I formaggi freschi per neonati possono essere introdotti miscelati alle pappe:

 

  • 6-9 mesi: un cucchiaino di formaggio fresco molle (2 volte a settimana).
  • 8-9 mesi: porzioni di circa 30 g (sempre 2 volte a settimana).
  • Dai 12 mesi: fino a 40 g, 2-3 volte a settimana, con la possibilità di aggiungere quotidianamente un cucchiaino di formaggio grattugiato (5 g) alle pappe.

 

Le dosi sono indicative e vanno personalizzate con il supporto del pediatra. È, inoltre, essenziale rispettare le corrette modalità di conservazione dei formaggi per garantirne la sicurezza.

 

 

Quali formaggi scegliere?

 

Tra i primi formaggi da introdurre ci sono crescenza, stracchino, robiola e ricotta. Se sciolti nella pappa, è bene verificare che non formino grumi o filamenti, poiché alcuni bambini potrebbero non gradirli subito. Sono disponibili anche formaggi specifici per l’infanzia, con un tenore lipidico bilanciato.

Un aspetto fondamentale è variare i sapori e le consistenze per stimolare la curiosità del bambino. Inoltre, è consigliabile preferire formaggi prodotti con latte pastorizzato, come indicato anche per le donne in gravidanza.

 

 

 

Svezzamento: buone pratiche e errori da evitare

 

7 consigli utili offerti dal Ministero della Salute

    1. Seguire le indicazioni del pediatra, rispettando le abitudini familiari e culturali.
    2. Offrire nuovi cibi con il cucchiaino, senza forzare il bambino, permettendogli anche di mangiare con le mani.
    3. Alternare colori, sapori e consistenze senza insistere su alimenti non graditi.
    4. Riproporre un alimento rifiutato dopo qualche giorno, in una forma diversa.
    5. Assicurarsi che il bambino mangi seduto con la schiena dritta, preferibilmente nel seggiolone.
    6. Offrire acqua invece di bevande zuccherate e introdurre il latte vaccino solo dopo i 12 mesi.
    7. Intorno all’anno, garantire una dieta varia con pasti principali e spuntini equilibrati.

 

7 errori da evitare:

    1. Iniziare lo svezzamento prima del sesto mese.
    2. Separare il bambino dai pasti familiari.
    3. Forzarlo a mangiare più del necessario.
    4. Usare il cibo per consolarlo o distrarlo.
    5. Offrirgli sempre gli stessi alimenti pur di farlo mangiare.
    6. Farlo mangiare davanti alla TV o con fretta.
    7. Sostituire la frutta fresca con succhi industriali.

 

 

Seguire un approccio equilibrato e consapevole aiuterà a costruire sane abitudini alimentari fin dai primi mesi di vita.

Il Dottor Basilio Malamisura e l'importanza del Mais
Il Dottor Basilio Malamisura e l'importanza del Mais
Specialista in Pediatria - Perfezionato in Gastroenterologia pediatrica
Fibromialgia e Alimentazione
Fibromialgia e Alimentazione

Articolo della dott.ssa Monica Martino, Biologa e Consulente per aziende agroalimentari e Food Blogger.


IG: @bionutrichef

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La fibromialgia è una sindrome a più fattori scatenanti per nulla semplice da diagnosticare e, nonostante questo, coloro che ne soffrono sono più di due milioni di persone solo in Italia. È caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico cronico e diffuso ed è spesso accompagnata da una serie di sintomi:

  • astenia
  • disturbi del sonno
  • deficit cognitivi
  • problemi psicologici
  • diffuso disagio somatico e neurologico

 

 

Alla base di questa sindrome c’è una cattiva regolazione del sistema di controllo del dolore da parte del sistema nervoso centrale, per cui si verificano un aumento del dolore e una diminuzione della capacità di regolazione dello stesso, spesso causata da un aumento delle citochine infiammatorie, da bassi livelli di serotonina e dalla variazione di altri neurotrasmettitori. Oltre ai sintomi citati, dagli studi in merito si è visto che il 40% delle persone affette da fibromialgia soffra di problemi gastrointestinali, tra cui la sindrome dell’intestino irritabile e disturbi derivati (flatulenza, dolore addominale e alterazioni intestinali). Spesso sono correlati anche l’intolleranza al lattosio e/o la sensibilità al glutine non celiaca. Questo significa che curare l’alimentazione per un intestino sano e che fornisce macro e micronutrienti al sistema nervoso e alla funzione muscolare è fondamentale per prevenire o rallentare l’insorgenza dei vari sintomi elencati finora.

 

Essendo la fibromialgia una sindrome multifattoriale, l’attenzione all’alimentazione non è la soluzione unica al problema, ma sicuramente una buona base per alleviare il più possibile la sintomatologia e migliorare la qualità di vita delle persone che ne soffrono.


Quali sostanze sono necessarie per ridurre al minimo i fastidi dovuti alla fibromialgia? Minerali, vitamine e antiossidanti.


La fibromialgia è causata da carenze di minerali come il ferro, il selenio, lo zinco e il magnesio (funzionamento del sistema nervoso e muscolare), le vitamine D-C-E e gli omega-3 (efficaci per ridurre l’infiammazione), la vitamina B12 (essenziale per il funzionamento dei mitocondri e per la produzione di serotonina dal triptofano) e quindi risulta essere importante consumare frutta e verdura in buona quantità, cereali non raffinati, noci e semi e pesce grasso.


Alcuni esaltatori di sapidità e dolcificanti, come il glutammato e l’aspartame, vengono considerati “eccitotossine” perché mantengono l’attivazione dei nervi nocicettori i quali sono coinvolti nella percezione del dolore, quindi è necessario leggere bene le etichette alimentari di diversi cibi confezionati o processati industrialmente. Anche il fruttosio, lo zucchero naturale della frutta, è in qualche modo implicato alla sintomatologia perché riduce l’assorbimento del precursore della serotonina, quindi è necessario fare attenzione alle etichette e non esagerare nel consumo della frutta (anche se non deve mancare).


Rimanendo nella zona del tratto gastrointestinale, è noto che un’alimentazione che comprende il consumo di alimenti con fibre aiuta ad alimentare la flora batterica e quindi al buon funzionamento dell’intestino, insieme anche alle sostanze antinfiammatorie e antiossidanti già citate. Per evitare stati di disbiosi intestinale e quindi mantenere la barriera intestinale in salute andrebbero ridotti e/o esclusi (secondo il parere dello specialista) cibi contenti glutine, privilegiando gli alimenti naturalmente senza glutine come alcuni cereali e pseudocereali, e solanina (melanzane, peperoni, peperoncini, pomodori e patate), latticini e carni rosse, prediligendo semmai prodotti da animali che non hanno subito trattamenti con antibiotici e che hanno vissuto liberi di pascolare. Anche le sostanze cosidette “nervine” (caffè, thè e cioccolata) andrebbero limitate in quanto un’assunzione eccessiva può rendere la persona affetta da fibromialgia più sensibile al dolore e irritare maggiormente l’intestino. In virtù di queste limitazioni, lo specialista potrebbe affiancare alla dieta una serie di integratori e fermenti per un buon equilibrio dell’organismo.


Da aggiungere che anche il sovrappeso e l’obesità sono caratterizzati dalla produzione di citochine infiammatorie da parte del tessuto adiposo e da condizioni infiammatorie. Inoltre, sono comuni l’insulino-resistenza, l’ipertensione e la dislipidemia, che contribuiscono alla disfunzione corporea e al peggioramento della qualità di vita dei pazienti fibromialgici. È quindi importante riuscire a mantenere o raggiungere un peso corporeo adeguato.

 

In conclusione, è essenziale consultare professionisti sanitari per sviluppare piani dietetici e terapeutici su misura, al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da fibromialgia.